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Esperienze e ricordi nell’orto di mio nonno. Connessioni emotive.

Ciò che sono ora, lo devo anche al mio passato, a quelle esperienza a cui all’epoca non davo importanza, rivelatesi poi in realtà fondamentali.

Una di queste è sicuramente legata alla mia infanzia, quando ancora ero un ragazzo con naturalmente le idee poco chiare sul mio futuro. Frequentavo le scuole medie e mio padre, durante le vacanze estive, mi costringeva a lavorare nell’orto del nonno. Io non ero troppo entusiasta e sicuramente non mi rendevo conto che quelle giornate mi avrebbero segnato per tutta la vita. Toccavo con mano i prodotti della terra, imparavo a coltivare gli ortaggi e, assieme a mio padre e a mio nonno, iniziavo a capire cosa fosse il lavoro. Per loro, o meglio per la mentalità di quel mondo, il lavoro non era solamente un mezzo per poter portare a casa qualcosa da mettere sotto i denti, era qualcosa di più profondo, che descriveva la personalità e la forza di una persona. Era qualcosa di legato all’onore. Il sorgere del sole segnava l’inizio della giornata lavorativa e, secondo loro, bisognava essere operativi sin dalle prime ore dell’alba per continuare a lavorare fino al tramonto, fin quando quindi la luce lo permetteva.

Con gli strumenti che avevano mi insegnarono che, se volevo ottenere qualcosa,dovevo guadagnarmelo e che niente mi sarebbe stato dato senza essermi prima impegnato. Così sin dalla prima estate mi venne affidato un pezzo di terra da gestire, potevo piantare degli ortaggi e poi con i soldi ottenuti dalla vendita potevo comprarmi ciò che volevo. Così, con fatica, arrivai ad acquistare il mio primo impianto stereo, che tanto desideravo, con il quale potevo ascoltare e creare musica. A quel tempo per me fu una grande soddisfazione.

Il contatto con la realtà rurale, oltre a essere stata la prima esperienza in cui ero chiamato a prendermi delle responsabilità, mi ha trasmesso l’importanza della genuinità e della freschezza dei prodotti. La cura ed il rispetto per la materia prima è qualcosa che mi appartiene, infatti ancora oggi associo a questo mondo un valore simbolico ed emozionale, che va ben oltre al doversi semplicemente nutrire.

Mio nonno, oltre all’orto, possedeva anche un terreno in cui coltivava un vigneto. Già all’età di 12 anni, durante il periodo della vendemmia, mi coinvolgeva nelle varie operazioni e lo assistevo nelle diverse fasi della produzione del vino. Venivo pervaso da profumi che ancora adesso, quando li ritrovo, mi fanno tornare in mente quei momenti e quei rituali.

L’insieme di queste esperienze mi ha segnato molto e crescendo ho sentito la necessità di approcciarmi a questa realtà in modo più consapevole, per esempio frequentando dei corsi da sommelier, visitando aziende vinicole e interessandomi oltre che alla produzione del vino anche alle fasi di commercializzazione e di distribuzione, cercando inspirazioni da legare alla mia vita e al mio lavoro anche in contesti apparentemente lontani.

La mia ricerca continua.

Stefano Enzo
Stefano Enzo
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